La perdita dei denti provoca sempre un’alterazione del volume residuo dei tessuti, sia duri che molli.
Le procedure di aumento osseo, inclusa la GBR (rigenerazione ossea guidata), consentono infatti la ricostruzione dei volumi dei tessuti duri, necessari per sostituire gli elementi dentali mancanti attraverso una riabilitazione implanto-protesica estetica e funzionale.
L’elemento chiave del successo di tale tecnica chirurgica, soprattutto in presenza di atrofia considerevole, risiede nella corretta pianificazione iniziale, seguita dall’accuratezza nell’esecuzione della tecnica e dall’estrema cura nelle fasi procedurali.
Tra queste, un ruolo chiave è giocato dalla gestione dei tessuti molli durante le tre fasi della procedura ossea rigenerativa: prima, durante e dopo la GBR. Infatti, sebbene la maggior parte dei clinici sia convinta che il successo della GBR passi attraverso la passivazione dei lembi e la chiusura per prima intenzione degli stessi al di sopra della barriera, è altresì vero che al fine di ottenere tale chiusura è necessario operare con tessuti la cui qualità, tessitura, maturazione e vascolarizzazione devono essere idonee. Al tempo stesso è necessario che dopo la GBR siano ripristinate sia le corrette spazialità tissutali che un sigillo peri-implantare di tipo stabile.